Buon 2017!
Che gioia: sono arrivata dai tropici e vengo avvolta da un manto di neve! Sono passata nel giro di 8 ore dalla piena luce alla completa scarsità di luce. Wow!
Infatti mi sento un po’ strana, anche perché ho ancora il fuso orario nel corpo e ho l’occhio a palla più o meno tra le 4 e le 5 del mattino e crollo alle 21.
Per il corpo un cambiamento climatico di questo tipo è un grande sconvolgimento, sia all’andata che al ritorno.
Nuovo anno, nuovi noi e nuova/o te!
E quali sono gli obiettivi tuoi per questo 2017? Te lo sei chiesto?
Cosa desideri per il tuo corpo in questo nuovo anno?
Due tra i mei obiettivi per stare meglio ed evolvere in questo 2017 sono:
1) di saper gestire ancora meglio l’energia e gli effetti del cibo sul mio corpo ampliando il mio ricettario e ascoltando ancora di più i messaggi del mio corpo. Non si smette mai di imparare da lui.
Ora ti spiegherò come questo ascolto della condizione del mio corpo ogni giorno mi ha permesso di vivere uno dei viaggi più belli e strepitosi della mia vita, ora in India.
2) di introdurre nella mia vita quotidiana la pratica del Pranayama ovvero delle antiche tecniche di respirazione dello yoga che sono in grado di trasformare la vita apportando grandi benefici su ogni piano: fisico, mentale, spirituale.

Quindi ho cominciato a preparare il mio corpo al viaggio, da ottobre con una consulenza da Martin Halsey della Sana Gola, il mio maestro, perché mi sono detta <<Voglio partire in super forma, forte, perché voglio che sia il più bel viaggio della nostra vita e poi perché voglio evitare di ammalarmi una volta a casa visto che arrivo nel periodo più freddo dell’anno con tutti i rischi che questo comporta a livello di salute>>.


Per due mesi e mezzo ho potenziato e dato forza yang al mio intestino con questo magico intruglio di prugne umeboshi, kuzu (una radice bianca) e the bancha, ogni mattina prima di iniziare la giornata.
Così è stata la mia colazione per quei mesi.
E per i pasti ho prediletto i cereali molto yang: riso integrale, farro, avena, grano saraceno, miglio. Molto farro direi. Pochissima pasta se non la soba che conferisce al corpo forza e calore. Ogni settimana mi preparavo a giorni alterni piatti di verdure dolci, come la zucca e radici, cotte molto a lungo, come il nishime.
Zuppa di miso sempre e nella versione super potente con moltissime radici e molto wakame e direi anche con molto miso. I legumi sono stati immancabili per nutrire in profondità la sede della mia forza vitale ovvero i miei reni: stufati di legumi a go go.
E dell’importanza dei legumi e dei modi diversi di cottura per ottenere effetti diversi nel corpo ti parlo giovedì 19 in una travolgente serata in loro onore.
Ogni sabato mattina preparavo per colazione il pane al vapore con lievito madre e farina integrale di farro che io mangiavo con gli insalatini (altro super alimento potentissimo per dare forza all’intestino e portare armonia alla flora intestinale) e Leonardo con della marmellata senza zucchero.
Obiettivo: partire in pienissima forma.
Bene.
Il 20 dicembre prendiamo l’aero per New Delhi, alle 7,15 del 21 eravamo sulla nostra macchina verso il minareto più grande del mondo e alle 14 a mangiare il nostro primo piatto indiano in un piccolo ristorantino di famiglia sulla strada per Agra.
Mi era ben chiaro che il cibo indiano è essenzialmente yin.
Nei paesi asiatici vicino ai tropici è inevitabile che il cibo sia yin, deve portare freschezza nel corpo e leggerezza.
Quindi tante spezie per abbassare la temperatura del corpo e per disinfettare, abbondanza di frutta, tante verdure cotte in creme di anacardi e insalate, tanto riso basmati bianco saltato e condito con spezie e tante lenticchie cremosissime, aglio ovunque.

Ed il terzo giorno tra il cambio di temperatura e il cibo diverso al mattino avevo già trasformato il mio modo di andare in bagno (il tema clou di ogni grande viaggio).
Ed eccomi al momento della verità, al momento che ha in sé una sua “mistica” sapienza e mostra nel modo più palese come tu ogni giorno tratti il tuo corpo ed è da lì, da quel momento intimissimo, in solitaria, che scopri se hai fatto qualche cavolata, qualche stravizio o hai introdotto qualche novità nella tua alimentazione.
Il cibo yin che dilata aveva avuto i suoi effetti.
Okkkk quindi a colazione cosa mangio per dare più forma, per prendere più forza yang? Frutta? NOOOOO succhi? Nooooo
E da lì in poi vai di pane e di fritto.
Per fortuna gli indiani hanno un pane senza lievito, cotto in padella chiamato chapati, che non è così secco e duro e contraente come il nostro.
Oltre al chapati gli indiani hanno un tipo di pane più yang perché cotto al forno che è il naan che è alternavo al chapati.
E il pane e il riso saltato furono la nostra salvezza e ci garantirono tre settimane in piena felicità.
Conscia del fatto che sarei tornata nel periodo più freddo dell’anno e sapendo che c’è, in medicina tradizionale cinese, una legge del tre in relazione all’effetto del cibo, per cui ciò che mangi ha effetto a diversi livelli per tre giorni o per tre mesi o per tre anni mi sono molto limitata con la frutta tropicale.
Anche se, a dirti la verità, avevo una voglia pazzesca di sfondarmi di ananas e banane.
Nel ritiro di yoga ce la offrivano dopo le due ore estenuanti di ashtanga e quindi assetata e con una voragine in pancia un pochino la mangiavo ma ho cercato sempre di gestire la voglia per non trovarmi qui, all’impatto con il freddo, con una lingua con una patina bianca tipo manto di neve che significa che nell’intestino, nella milza, nel pancreas c’è una condizione di umido che è terreno fertile per squilibri yin come raffreddori, influenze, candide e altri disturbi vaginali o infiammazioni alle vie urinarie.
E infatti sia là che qua la mia lingua controllata abbastanza spesso da buona consulente alimentare è stata e sta divinamente, bella rosa, segno che ho equilibrato bene lo yin e lo yang del mio cibo, sia prima che dopo che in questi giorni.