MENU
Edit Template

Liberati dal reflusso e dalle pazze voglie!

Hai mai sofferto di reflusso gastro–esofageo? E di pazze voglie di cibo dolce e salato, di alimenti grassi, proteine e carboidrati semplici come le farine raffinate oppure lo zucchero bianco? Lo sai che spesso i problemi di sovrappeso e di gonfiore sono dovuti ad un’inefficienza dell’apparato digerente? E lo sai che esistono degli alimenti speciali che aiutano a sciogliere i grassi ed eliminare il gonfiore e ci sono condimenti dolci e salati che favoriscono la digestione, calmando tutte queste pazze voglie? Spesso infatti il sovrappeso e il gonfiore sono accompagnati dal reflusso gastro-esofageo o comunque da un sistema digestivo che non è più in equilibrio. Ma cos’è il reflusso? Se per la nostra medicina moderna si tratta della risalita del succo gastrico e quindi un vero e proprio squilibrio dell’apparato digerente, per la medicina tradizionale cinese è un fenomeno molto yin dovuto ad un eccessivo rilassamento del fondo dello stomaco. Quando siamo molto stressati e, come dice la medicina tradizionale cinese, siamo diventati molto yang (ovvero contratti) oppure se abbiamo esagerato con i cosiddetti cibi “estremi”, possono sorgere difficoltà digestive:  il reflusso e il mancato assorbimento delle sostanze nutritive dei cibi e voilà… ci vengono le pazze voglie di dolci e di grassi vari. “Il sistema digerente ricopre, nell’essere umano, la stessa funzione che le radici hanno nelle piante, ed ha la stessa importanza per la sopravvivenza. Anche se una persona è in condizioni di salute pessime ma conserva appetito e funzione digestive e di assimilazione efficienti, possiede i requisiti minimi per un potenziale recupero. In caso contrario, la sua salute è destinata a deteriorarsi ulteriormente. Dunque è essenziale mantenere il nostro apparato digerente in buone condizioni, prevenendone disturbi e correggendo per tempo gli squilibri che dovessero manifestarsi a suo carico” tratto da “Il grande libro dell’Ecodieta”, una nuova visione della salute di Carlo Guglielmo, Edizioni Mediterranee. Quali sono gli alimenti che possono più facilmente arrecare danno a tutto il sistema digestivo facendoci poi impazzire con le voglie? Al primo posto troviamo la carne che, con la sua gran quantità di proteine, per essere digerita richiede allo stomaco la produzione di un succo gastrico molto acido. Il consumo di cibo animale fa sì che una parte di esso giunga nell’intestino solo parzialmente digerito e ciò dà l’avvio a processi di putrefazione che possono con facilità condurre a infiammazioni. Il cibo animale è poi molto yang e quindi ci contrae, non favorendo il vero rilassamento prima di tutto nel tratto digerente, poi in modo più diffuso in tutto il corpo, la mente e lo spirito compresi. Mio marito, Leonardo, mi racconta sempre che quando va in Argentina e, con gli amici o con i famigliari, ritorna alle vecchie abitudini alimentari, si sente talmente rigido dopo aver mangiato carne che non riesce più a fare yoga. Buffo no? Lo hai mai sperimentato? Al secondo posto vediamo la presenza dei latticini con un’elevata quantità di grassi (anche quando te li spacciano per “magri”): l’acido cloridrico e gli enzimi digestivi, che demoliscono le proteine, svolgono il loro compito con maggiore difficoltà quando queste sono mescolate ai grassi, come accade nei latticini e nei formaggi. Inoltre, come spiega bene Carlo Guglielmo nella sua Ecodieta: “I latticini tendono a stimolare la produzione di muco da parte delle ghiandole mucipare di cui l’intestino è ricco, e a modificarne la composizione e le caratteristiche fisiche, determinando la comparsa di grandi quantità di muco vischioso e tenace in quest’organo e favorendo lo sviluppo di numerosi problemi di salute”. Il terzo posto se lo aggiudica lo zucchero, insieme a tutti gli alimenti in cui è contenuto (leggi sempre bene le etichette o chiedi “sfacciatamente” gli ingredienti prima di ingeriro un alimento confezionato o esposto al bar). Appena introdotto nella bocca causa già i primi disastri, favorendo la formazione di carie dentali! Al livello dello stomaco crea poi condizioni eccessivamente alcaline che contrastano con l’ambiente normale dell’organo costretto a produrre succhi acidi e poi una volta nell’intestino… pa… ta… track, altera la composizione della flora batterica, provocando un diffuso indebolimento (ovvero diventa molto yin). Nell’intestino crasso induce inoltre condizioni di rilassamento della parete che possono creare emorroidi e vari problemi nell’evacuazione.   Non ti sembrano abitudini alimentari da cui è importante “sgonfiarci”? Si perché noi siamo stati o siamo gonfi di queste abitudini alimentari che generano un circolo vizioso in cui si hanno continuamente pazze voglie di dolce e di grassi o di farine. Come uscirne? Con un piccolo grande segreto: usando insieme ai cereali e ai legumi delle sostanze fermentate che favoriscono i processi digestivi e la salute della flora batterica come il miso, i crauti e le verdure in salamoia. E poi, se segui tutti i consigli della la mia guida Sgonfiati in tre giorni, sei a cavallo! Ti invito al nuovo evento in Biobottega di corso adriatico 26 martedì 5 giugno dalle 18 alle 19,30 dove potrai avere l’accesso alla mia guida ma non solo: scopriremo insieme gli alimenti speciali per sciogliere i grassi e i condimenti, dolci e salati che favoriscono la digestione, insieme a Stefania Cunsolo del blog Stefycunsyinyourkitchen. Love, trust ,care Silvia P.S: l’incontro di martedì 15 maggio è stato un vero successo! Puoi vedere i momenti migliori tra le foto pubblicate sulla mia pagina Facebook  . Non perdere tempo, iscriviti subito al prossimo evento e vieni a scoprire gli alimenti sciogli-grassi e i condimenti speciali che  ti sgonfieranno come ti non saresti mai aspettato/a.

Ami le solanacee? Attenzione!!!

Solanacee sì o solanacee no? Dipende. Passando allo stile alimentare della macrobiotica ho imparato a conoscerne bene gli effetti. Prima di studiare medicina tradizionale cinese, scienza della nutrizione e macrobiotica alla scuola la Sana Gola di Milano, non mi ero mai posta domande su pomodori, melanzane, peperoni e patate (le più conosciute di questa famiglia). Adoravo le patate, mi piacevano i pomodori, un po’ meno le melanzane e i peperoni. Quando ho iniziato a curare con l’alimentazione diversi problemi di salute, le solanacee ho dovuto dimenticarle per un po’. E, ti dirò, non mi sono proprio mancate. Quando il mio corpo ha riacquistato l’equilibrio, ho sentito la mancanza dei pomodorini, soprattutto quelli che mangiavo nel Sud Italia, che sapevano di sole e di mare. Ma, in realtà, ciò accadeva più perché li associavo ad un periodo di vacanza, che ad una reale necessità. Si può vivere senza le solanacee, anche se a oggi ci può sembrare impossibile. Cosa capita in Italia e in giro per il mondo se dici di essere vegano o vegetariano o chiedi un piatto di verdure? Ti rifilano immediatamente un piatto di melanzane, peperoni o pomodori grigliati, oppure delle patate al forno. È capitato anche a te, vero? Io sono appena tornata da un viaggio in Turchia in cui ho vissuto il tripudio delle solanacee. Nel corso di cucina turca poi non c’è stato scampo, ma me le sono godute perché le mangio molto raramente e con la consapevolezza degli effetti che hanno sul corpo. E ora, a casa, sto cercando di riequilibrare quel tripudio attraverso decotti, stili di cottura e abbinamenti alimentari. Perché parlo di riportare equilibrio dopo aver mangiato per diversi giorni solanacee? Se durante questa vacanza non avessi mangiato pomodori, peperoni e patate, sarei rimasta a digiuno la maggior parte delle volte. E, inoltre, non sarei riuscita a divertirmi così tanto con la mia insegnate turca Nurten, che già aveva strabuzzato gli occhi sul mio non mangiare carne e formaggi. La macrobiotica è una filosofia alimentare e di vita che aiuta l’essere umano a trovare l’equilibrio in ogni situazione. Quindi perché in macrobiotica, quando si vogliono migliorare o risolvere dei problemi di salute, è meglio eliminarle per un po’ di tempo e poi moderare l’uso? Tutti i tipi di verdura e frutta sono classificati dalla macrobiotica come yin ovvero con un effetto espansivo e raffreddante sul corpo. E le solanacee sono molto ma molto yin, estremamente yin. Infatti la natura ce le offre quando il clima diventa più caldo e ci avviciniamo all’estate. Poi, guarda un po’, spariscono. Hanno tutte origini extra europee, extra mediterranee. Il pomodoro, la patata e il peperone arrivano dall’America, le melanzane dall’estremo oriente e il loro consumo in Europa inizia nel 600/700. Il nostro apparato digerente, quindi, le conosce da circa 400 anni. Se non sono ancora adatte per il nostro suolo, come possono esserlo per il nostro sistema digestivo? Mio marito Leonardo che è sudamericano ha nei geni millenni di consumo di solanacee, a differenza di me. Spesso insiste perché ritorni in casa qualche tipo di solanacee e ogni tanto qualche scivolone sul pomodoro che lui adora glielo permetto. Ma lui, aiutato anche dalla sua origine, lo digerisce molto meglio di me. Inoltre arrivando dai climi tropicali le solanacee sono ricche di acqua e quindi raffreddano. Lo sai che il termine melanzana deriva da “mela insana”,  un nome forse datole per mettere in guardia dalle possibili reazioni che poteva procurare? E adesso qui, diciamocelo, siamo ancora in balia dell’umido e delle piogge e raffreddare i propri organi non è proprio la scelta più saggia, se vogliamo che lavorino bene. Gli studi della scienza della nutrizione ci danno conferma che è meglio andarci piano con le solanacee in quanto contengono solanina, un alcaloide tossico che viene prodotto da queste piante come autodifesa da funghi e parassiti e che di conseguenza noi, mangiandole, ingeriamo. Le patate hanno poi un alto indice glicemico che non è proprio quello che serve se vogliamo tenere in armonia i livelli dell’insulina. In medicina tradizionale cinese se hai un problema yin bisogna togliere la causa yin. Quindi se hai problemi yin come: irritazioni della mucosa dello stomaco tipo ernia iatale irritazioni all’intestino o al colon problemi alle estremità del corpo come artriti, dolori articolari o alle ossa come l’osteoporosi (la solanina sembrerebbe reperire calcio dalle ossa depositandolo in giunture o tessuti molli contribuendo all’arteriosclerosi) allergie, raffreddori, naso colante o problemi alle vie aeree o ai bronchi è meglio evitarle. Se però non ci sono problemi di salute ogni tanto possono essere consumate cotte, così l’effetto “estremo yin” viene ammortizzato e anche la quantità di solanina neutralizzata. Nella mia prossima rubrica Cucina in cambiamento in viaggio ti darò delle dritte per bilanciare l’effetto troppo yin di queste “verdure” così  da potercele godere ogni tanto con una buona dose di saggezza e un pizzico di consapevolezza in più. Love, trust, care Silvia P.S: Dato l’enorme successo dell’evento Sgonfiati in modo ecosostenibile, con cui abbiamo registrato il tutto esaurito, abbiamo fissato un’altra data: martedì 5 giugno. Scoprirai insieme a me i cibi che gonfiano e quelli che sgonfiano. Ti aspetto!

Vivere in modo ecosostenibile? Si può!

Qualche settimana fa ho fatto un viaggio ad Amsterdam, grazie al quale ho potuto riflettere molto sulle nostre abitudini alimentari e sul nostro stile di vita. Noi umani abbiamo un problema fondamentale: produciamo troppi rifiuti e, in particolare, utilizziamo troppa plastica che invade i nostri oceani ed i nostri spazi verdi! Una fotografia della mostra Word Press Photo di Amsterdam mi ha fatto ricordare un altro viaggio che ha avuto grande impatto sul cambiamento del mio stile di vita verso l’ecologia. La foto in questione è del fotografo olandese Kadir van Lohuizen e mostra come le società gestiscono i propri rifiuti. Al giorno d’oggi ne produciamo una quantità mai vista nella storia dell’umanità. Secondo una ricerca della World Bank, il mondo produce 3.5 milioni di tonnellate di rifiuti solidi al giorno, dieci volte di più rispetto a dieci anni fa! Il World Economic Forum dichiara che nel 2050 la presenza di plastica che invaderà gli oceani sarà superiore rispetto a quella dei pesci! In Sud America, dove non ci sono i controlli che abbiamo noi in Europa, già molti anni fa la questione plastica era ben visibile. Certo, bisognava andare molto a sud del mondo per accorgersene. Circa 15 anni fa, quando incontrai mio marito per la prima volta e lo andai a trovare in Argentina, feci un viaggio in Patagonia. Lui era ancora studente della facoltà di economia e commercio e, mentre lui studiava, io ne approfittai per fare un viaggio alla scoperta della “fine del mondo”, come lo definiva lo scrittore cileno Sepulveda. Mi resi conto che mi trovai proprio alla fine del mondo quando, per andare nella città capitale della Patagonia, Puerto Madryn, dovetti attraversare chilometri e chilometri di deserto pianeggiante, invaso da rifiuti! Di fronte a quella visione mi resi conto di come l’uomo per disfarsi della spazzatura che produceva la relegava nelle zone più nascoste del mondo. Quell’immagine mi scioccò e chiesi all’autista il motivo della presenza di tutta quella spazzatura e, soprattutto, di tutti quei sacchetti di plastica volanti, in una terra che doveva essere incontaminata come la Patagonia. Mi rispose che, poichè la Patagonia è un luogo quasi disabitato e privo di controlli, tutto il mondo si permetteva di gettare rifiuti incontrollati senza il timore di essere punito! Di fronte alla vista di distese di sacchetti di plastica mi si spezzò il cuore e da allora mi sono chiesta: che cosa posso fare io, nel mio piccolo, per evitare che il nostro pianeta venga invaso dalla plastica? Qualche settimana fa, ad Amsterdam, mi sono accorta con somma gioia che un’intera nazione si era posta lo stesso mio quesito, considerato che ormai il problema plastica e rifiuti si tocca con mano anche nella nostra Europa! Ecco il materiale con cui la mamma anitra sta costruendo il nido per i suoi piccoli, in un canale di Amsterdam. La proprietaria della nostra houseboat, dopo averci mostrato il funzionamento della casa, ci ha donato un sacchetto di cotone grezzo, da utilizzare per la nostra spesa e ci ha indicato i supermercati Bio che non utilizzano imballaggi in plastica. Ed è proprio lì che ci siamo diretti in quei giorni, per la spesa. Anche tu porti sempre con te un sacchetto di cotone, oppure una borsa, per evitare i sacchetti del supermercato? Io sì. Da quando sono tornata da quel viaggio in Argentina, nella mia borsetta porto sempre con me una pallina da cui estraggo una borsa capiente che mi fa rispondere alla domanda della cassiera: “Signora, le serve un un sacchetto?” con un  “No no, sono organizzata grazie!” Che ne dici? Ti piace come pratica eco sostenibile da adottare quotidianamente? È arrivato il momento di essere cittadini attivi nella tutela del nostro patrimonio ambientale! E io intanto ti aspetto martedì 15 maggio alle 18 in Biobottega in corso Adriatico 26, a Torino. Se non sei ancora dei nostri scrivimi e ti metterò nella lista di attesa! Sgonfiati in modo ecosostenibile ha richiamato tantissime persone sensibili alla propria salute e a quella del pianeta per cui abbiamo deciso di ripetere l’evento! Ti comunicherò prestissimo la data precisa ma, intanto, prenota il tuo posto! Love, trust , care Silvia P.S: L’incontro Sgonfiati in modo ecosostenibile fa parte del BeeGreen festival della sostenibilità. Vai a vedere il programma, ci sono tanti eventi interessanti che ci insegnano ad essere più ecosostenibili! P.P.S: Inoltre da questo mese potrai trovare in ogni Biobottega d’ Italia la nuova rivista con un mio articolo su come mettersi in forma per l’estate utilizzando i cereali , le verdure e i legumi più adatti! Corri a prendere la tua copia!

MPM SRL – tutti i diritti sono riservati

Strada Griggi Montù 20 Pecetto Torinese (TO)

P.IVA 10929010014

REA: TO-1173187 Capitale sociale: 10.000€

Consulente alimentare

siaf-logo-piccolo-sfondo bianco Professionista disciplinato ai sensi della legge n.4-2013, iscritta all’associazione di categoria professionale SIAF Italia nel registro professionale come operatore olistico ad indirizzo nutrizionale PI2102P-OP (livello professional) e counselor olistico PI609-CO